A nord verso lo Spluga
Gennaio 2020
È sabato mattina e inizia dal lago di Garlate la mia gita fotografica lungo la via Aurea verso il passo dello Spluga, vecchia strada romana consolare che metteva in comunicazione Milano con Lindau in Baviera, ricalcata a partire dall’anno 1928 dalla Strada Statale 36. Mi trovo poco a sud di Lecco, dove il fiume Adda, immissario ed emissario del lago di Como, forma due piccoli bacini lacustri, il lago di Garlate e il lago di Olginate.
Pescate è una cittadina già citata da Manzoni ne I Promessi Sposi capitolo XXXVII, si racconta che Renzo arrivò all’alba dopo una notte di pioggia uscito dal lazzaretto. Il celebre Addio ai monti del capitolo VII si riferisce proprio al lago di Garlate, infatti una barca attendeva Lucia alla foce del torrente Bione.
In questa foto panoramica si nota sulla sinistra la pista ciclabile che costeggia il lato destro del lago e poi del fiume Adda e permette di arrivare fino in centro a Milano. Nell’acqua calma si riflettono le Alpi lecchesi, nello specifico il gruppo delle Grigne, e la zona Bione della città di Lecco.
La seconda tappa è a 90 km verso nord. Si costeggia il lago di Como sulla sponda sinistra, poi il Pian di Spagna e quindi si entra in Valchiavenna. Dalla città di Chiavenna inizia la Valle Spluga, attraversata dal torrente Liro, il quale grazie a una diga forma il lago di Isola (1260 m), che prende il nome da un centro abitato un tempo comune, oggi frazione di Madesimo.
Salendo lungo i tornanti che portano verso Madesimo a San Rocco si trova un belvedere da cui si ammirano le Alpi Lepontine, proprio al di sopra del lago di Isola che d’inverno è parzialmente ghiacciato. Mi avvicino allo strapiombo avanzando nella neve, il sole è abbagliante.
Questa foto panoramica è la sorella di quella fatta lo scorso agosto, questa volta ottenuta assemblando 15 scatti a mano libera, il file originale conta 146 milioni di pixel e si può stampare su un poster largo un metro al massimo dettaglio.
Ed ecco che arrivo alle porte di Madesimo, verso sinistra si sale al passo dello Spluga che porta in Svizzera, il passo rimane sempre chiuso d’inverno, ma siccome nei giorni precedenti c’era stato rischio di slavine, mi ero assicurato che fosse aperto l’ultimo tratto della Statale 36 che porta a Montespluga. Non c’è bisogno di essere esperti per accorgersi che questo è l’inverno più caldo degli ultimi 30 anni, arrivati a quota 1908 metri si incontra ancora un po’ di freddo, alle 13:00 ci sono -3 °C.
Passata la diga, la cui facciata riporta l’anno di costruzione in numeri romani “MCMXXXI”, nei pressi della Stuetta è subito visibile il lago di Montespluga ghiacciato e circondato dalle Alpi coperte di neve. Il villaggio che dà nome al lago è deserto, le attività chiuse e la strada verso il passo dello Spluga si interrompe improvvisamente con un muro di un metro e mezzo di neve. Ci sono solo alcune persone che praticano sport invernali sopra e nei pressi del lago.
Inizio a camminare nella neve che copre il lago ghiacciato verso sud e trovo un tratto scoperto del Liro, un torrente che nasce vicino al confine con la Svizzera e forma il lago di Montespluga tramite lo sbarramento della diga. Proseguo per circa due chilometri al centro del lago, mentre già alle 14:00 il sole si nasconde dietro il monte Cardine.
La superficie del lago forma disegni interessanti di ghiaccio azzurro e neve bianca, le fratture nel ghiaccio si colorano di acquamarina, le montagne innevate a nord riflettono la luce dorata del tramonto ed illuminano magicamente il lago.
Torno verso il villaggio di Montespluga quando alle 16:20 la temperatura è scesa a -6 °C ed inizia a fare buio. Non vedo più in giro un’anima viva, mi fermerò a Madesimo a prendere un té caldo prima di tornare a casa.